lunedì 16 luglio 2012

Recensione TGS/LUCIFER BIG BAND su "WHITE SURFER"

 di Alessandro Gentili

In quest'estate afosa ci pensano The Great Saunites e Lucifer Big Band ad oscurare il cielo lodigiano. Due le menti dietro al breve split EP: Atros al basso e L.Kandur Layola alle chitarre, alle tastiere e ai tamburi formano il duo heavy-psich già autore di "Delay Jesus '68" (Il Verso del Cinghiale / Hypershape 2011), col secondo anche in veste luciferina, già alla seconda uscita dopo il recente "Atto I" su Bloody Sound Fucktory.
The Great Saunites la sorpresa più grande, finalmente maturati dopo un esordio che non aveva convinto in pieno: psichedelia cupa e misticismo voodoo in The black city, una litania dall' incedere lento e marziale che non lascia scampo; più dinamica ed energica Medjugorje, strumentale cavalcata hard in cui la sezione ritmica spiana il campo a sferzate noise e grooves spaziali. Vengono in mente i Black Angels o, per rimanere in casa, i lunari Buzz Aldrin, con un che degli Edible Woman che furono. Lucifer Big Band ci offre invece una nuova conferma a quello che era stato amore a primo orecchio: Rakshasa chant è una frequenza spaziale che riemerge dal nulla cosmico e spirituale in cui affogava Atto I. Cresce, è il male che torna, e lo fa prendendosi tutto il tempo che serve, lento, ammorbando spazi, tessuti e interstizi fisici e mentali. Quella di Lucifer Big Band è musica sacra, è religione nera in terra, è un sabba che non si perde in colori o folclore, punta dritto alla radice nera. Urla digitali fredde e disumane, in questo mondo non c'è più posto per pathos o sentimento.
Per chi odia l'estate, un'alternativa a ghiaccioli, tuffi e party in spiaggia: una pennellata nero pece a cancellare questo luglio torrido.

http://thewhitesurfer.blogspot.it/2012/07/great-saunites-lucifer-big-band-split.html

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