domenica 14 aprile 2013

"The IvY" recensito su IL MEGAFONO

di Francesco Montalto

Attenzione: il nuovo album dei Great Saunites è consigliato ad un pubblico di buongustai della musica. Tutti gli altri sono pregati di allontanarsi! Proprio così, perché con “The Ivy” siamo di fronte ad un album che non è il solito album, perché i Great Saunites non sono la solita band dal sound modaiolo. Si inseriscono di diritto tra i progetti musicali indipendenti di un livello superiore, di cui l’Italia è piena ma che, per evidenti ragioni commerciali, rimangono spesso di nicchia, nella nicchia dell’underground.
I Great Saunites ci avevano già abituato bene con i precedenti lavori ma “The Ivy” li supera tutti. Forse il loro punto più alto e punto di partenza per arrivare all’eccellenza; o forse no, ma non importa tanto. Questa band lodigiana ha creato davvero un piccolo capolavoro stilistico e musicale.
Una psichedelia strumentale degna di King Crimson, Pink Floyd, Can e Neu; e l’ossessivo e martellante groove dei Sabbath nel loro massimo splendore.
Non è certo un album per tutti, non è un disco che ti rimane semplicemente in mente, da poter canticchiare: è un disco che ti cattura nelle viscere, che ti trasporta in lisergiche e visionarie immagini. Una realtà parallela e impalpabile. Un rock dal sapore antico che per alcuni è sempre tremendamente attuale. Uno sperimentalismo quasi ossessivo e molto ispirato, che travalica gli orizzonti sonori attuali, sfacciatamente uniformati.
Le orecchie degli amanti di certa musica sono costantemente messe a dura prova oggi e l’unico modo per salvarle è rifugiarsi nel proprio “bunker”, rilassandole con vinili gelosamente custoditi. Bene, da oggi tutti loro potranno anche mettere la testa fuori di tanto in tanto e ascoltare i Great Saunites: verranno catapultati in uno spazio indefinito e fortemente vintage.



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