martedì 17 gennaio 2017

Recensione GREEN su LA CADUTA

di Giacomo Bergantini

Green, secondo capitolo della trilogia cromatica, uscito il 15 dicembre in una edizione super-limitata (50 copie) per Toten Schwan Records e Hypershape Records. La coppia Atros-Layola continua il lavoro iniziato un anno fa con Nero, proponendo tonnellate di psichedelia e riff ipnotici. Il canovaccio è semplice: due brani, oltre quaranta minuti di musica e l’obiettivo di trascendere la materia. Dhaneb e Antares, due composizioni monolitiche infarcite di riferimenti che dagli anni ’70, con particolare affezione per Hawkwind e Black Sabbath, passano per il krautrock fino ad arrivare ai più vicini Sleep e Om. Due tracce, in un certo senso, monotone: pur manifestando una importante “fisicità” nel suono, procedono incessantemente sullo stesso tema, focalizzandosi molto più sull’atmosfera che sulla composizione; ed è esattamente questo il gioco che i The Great Saunites vogliono farci giocare: ipnotizzare con la ripetizione per alienarci dalla materia, staccare i piedi da terra e farci ritrovare a vagare nel cosmo. Il rischio, però, a cui Green non è estraneo, è quello di ottenere l’effetto contrario. Ciclicità e ripetizione, spinte al parossismo, possono finire per perdere di mordente e disincantare l’ascoltatore piuttosto che ammaliarlo.

https://lacaduta.it/megarecensioni-vol-4-gennaio-2017-pt-1-898dbce43ba4#.9a0inxdog

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