martedì 17 gennaio 2017

Recensione GREEN su SENTIRE ASCOLTARE


 di Stefano Pifferi

Green è la seconda parte della trilogia iniziata lo scorso anno con Nero e segna un ritorno dei due The Great Saunites alle sonorità più hard&heavy&acid che ne segnavano gli esordi; prima cioè delle varie contaminazioni che culminarono nella strana coppia formata con il sound-artist Attilio Novellino. L’attacco di questo nuovo lavoro lascia poco spazio a dubbi o problemi di collocazione: basso grasso, distorto e rotondo a tirare le fila e batteria in midtempo che ci catapulta indietro nel tempo agli esordi targati Om e prima ancora Sleep, ovvero la lezione sabbathiana rallentata e inselvatichita da anni e anni di desert sound, Kyuss e progenie tutta, ipnosi da funghi allucinogeni, volate di erba buonissima per paradisi artificiali in terra. Unite a queste coordinate ideologiche prima ancora che sonore, un certo gusto per la reiterazione – dopotutto due suite come Dhaneb e Antares da più di venti minuti l’una dicono molto dell’approccio ripetitivo e del gusto per la ciclicità ipnotica – e avrete esattamente tutto ciò che si ritrova in questo passo che cromaticamente degrada dal “nero” del primo volume verso un “verde” che ci piace immaginare non troppo torvo, quanto brillante come una cima di marijuana. Space-acid-rock dal peso specifico elevatissimo e sviluppato in the name of ganja, ma con un occhio di riguardo per il viaggione cosmico e la perdita della coscienza.

http://sentireascoltare.com/recensioni/the-great-saunites-green/

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